Nuove tecniche di indagine per un’analisi approfondita dell’articolazione per dolore alla spalla.
Il dolore alla spalla colpisce gli sportivi ma anche chi conduce una vita sedentaria e si limita a svolgere normali attività fisiche. Si tratta del dolore alla spalla, un problema che può presentarsi a quarant’anni così come a sessanta e a settanta rendendo categorie a rischio praticamente tutti quei soggetti, dalle casalinghe ai lavoratori fino agli sportivi, che utilizzano l’articolazione in modo sistemico. “L’articolazione della spalla, che nei quadrupedi è essenzialmente devoluta a compiti di sostegno e di locomozione – spiega il dottor Marcello Viterbo, specialista in radiologia e direttore dello ‘Studio Radiologico Viterbo – Di Carlo srl’ – ha modificato sostanzialmente il proprio ruolo nell’uomo laddove acquista massimo interesse la più ampia mobilizzazione dell’arto nello spazio in rapporto alle sue molteplici esigenze funzionali. La particolarità di questa straordinaria articolazione sta anche nel fatto che devono mantenersi diciamo ‘uniti’ la superficie convessa della testa omerale e quella concavo pianeggiante della glena scapolare; questo garantisce al braccio un ‘cono’ di escursione tridimensionale che è in assoluto il più ampio nell’ambito di tutte le articolazioni del corpo umano. Quindi per rendere stabile questo rapporto articolare interviene un complesso e cospicuo sistema contentivo, di tipo concentrico, in cui dall’esterno all’interno si sovrappongono successivi involucri muscolari fino all’avvolgimento più interno costituito dai ‘tiranti’ tendinei dei muscoli che formano la cosiddetta cuffia dei rotatori.
Da questo si deduce che la patologia della spalla è essenzialmente dovuta a un primitivo coinvolgimento tendineo-capsulare e non osseo”. Così svolgere una normale attività come ad esempio pettinarsi, vestirsi o sollevare un piccolo peso diventa doloroso. Ma cosa provoca il dolore alla spalla? La difficoltà di movimento dell’articolazione e il conseguente dolore possono essere provocati da una serie di patologie a carico della spalla ma solitamente si attribuisce la causa a una in particolare. “La sindrome da impingement o da conflitto coraco-acromiale, nei suoi vari stadi, – prosegue lo specialista – è nella maggior parte dei casi la patologia da cui parte il cosiddetto dolore alla spalla che oggi affligge tante persone. Questo accade perché i tendini decorrono in uno spazio che si può ridurre sia per alterazioni artrosiche che post-traumatiche provocando fenomeni infiammatori della cuffia dei rotatori anche fino alla rottura completa di alcuni tendini”. In ogni caso la sintomatologia, data proprio dal dolore e dalla difficoltà di movimento, non va mai trascurata se non si vuole assistere a un peggioramento progressivo della funzionalità della spalla. In questi casi è opportuno rivolgersi a uno specialista per indagare approfonditamente sull’entità del problema e ottenere una dia- gnosi precisa e puntuale della patologia. Una diagnosi completa parte, dunque, da un’accurata visita medica durante la quale il medico valuta l’articolarità attiva e passiva, i punti dolorosi, ed esegue test particolari. Successivamente è opportuno sottoporsi ad accertamenti strumentali per individuare, ad esempio, eventuali alterazioni artrosiche, lesioni, traumi. Tutto questo è possibile grazie tecniche di indagine clinica evolute in grado di determinare un’analisi completa dell’articolazione. “La radiologia tradizionale – commenta il dottor Viterbo – in passato poteva identificare alterazioni secondariamente e tardivamente indotte sulle strutture osteo-articolari. La disponibilità dell’Imaging ecografico, soprattutto alla luce della sua più recente evoluzione tecnologica, consente al momento attuale di esplorare in maniera diretta e incruenta l’essenziale componente muscolo-tendineo-legamentosa dell’articolazione scapolo-omerale. Indubbiamente l’avvento della Risonanza Magnetica ha determinato un notevole cambiamento nell’approccio diagnostico delle articolazioni.
L’ecografia, comunque, si affianca egregiamente a quest’ultima metodica in quanto oggi è ulteriormente potenziata dall’impiego di sonde ad elevata frequenza; inoltre, permette di eseguire esami dinamici, attraverso movimenti del braccio, che consentono spesso diagnosi assai difficili anche con la Risonanza Magnetica. L’esame ecografico è in grado di evidenziare con estrema precisione le strutture muscolari, tendinee e delle borse sierose nella patologia sia traumatica che degenerativa. E’ una metodica – conclude lo specialista – semplice, ripetitiva e molto meno dispendiosa della Risonanza Magnetica”.