Lo screening mammella:
l’importanza della diagnosi precoce

Nonostante i numerosi studi in corso a livello di prevenzione primaria, in particolare per quanto riguarda abitudini di vita, genetica e chemioprevenzione, attualmente le possibilità di sopravvivenza dei soggetti colpiti sono in gran parte legate alla diagnosi precoce.
Il razionale di questa affermazione è basato sulle conoscenze a disposizione sulla evoluzione naturale della malattia: oggi sappiamo che il cancro nasce come patologia locale, limitata alla mammella, ma con il tempo può diventare sistemica, diffusa a tutto l’organismo. Se la malattia viene scoperta in una fase iniziale, quando le dimensioni del tumore sono ridotte, le probabilità di guarigione sono molto alte: in caso di una piccola lesione, inferiore ad un centimetro di diametro, la sopravvivenza a 15 anni è superiore al 90%. Se invece il tumore viene diagnosticato quando ha già raggiunto notevoli dimensioni, le possibilità di sopravvivenza a distanza si riducono considerevolmente.

La diagnosi precoce comporta anche grandi vantaggi dal punto di vista terapeutico. Infatti, in caso di tumore iniziale, i trattamenti necessari sono spesso più semplici e comportano, nella maggior parte dei casi, un intervento chirurgico di tipo conservativo, cioè con asportazione solo del nodulo o comunque di una piccola parte della mammella, con indubbi vantaggi clinici, estetici e psicologici. In caso di tumore avanzato, invece, sono quasi sempre necessarie terapie aggressive, con interventi chirurgici ampiamente demolitivi e successivi trattamenti di radioterapia e chemioterapia.

Anche per la collettività i vantaggi della diagnosi precoce sono considerevoli: il trattamento delle forme avanzate di tumore comporta, infatti, costi economici e sociali elevatissimi, con enormi difficoltà nell’organizzazione e gestione delle risorse.

I sintomi

La maggior parte delle donne, di fronte a qualsiasi disturbo del seno, pensa subito ad una malattia importante e può quindi essere utile esaminare i sintomi e i disturbi più frequenti che riguardano il seno. Ciò servirà anche ad evitare di allarmarsi inutilmente di fronte a dolori che spesso preoccupano, ma che si rilevano poi del tutto privi di importanza.

Il dolore: è il disturbo in assoluto più frequentemente riferito dalle donne e definito dal medico “mastodinia” .

Per ogni donna è comprensibilmente preoccupante avvertire dolore in una parte del corpo sensibile e delicata come il seno; in genere questi disturbi colpiscono di più le donne giovani che non hanno ancora avuto gravidanze.

Si può manifestare con fitte o dolori ad una o entrambe le mammelle; inizia qualche giorno prima del ciclo mestruale o come senso di tensione o come indurimento del seno che si gonfia e da l’impressione di essere più pesante del solito. Può essere ciclico, cioè collegato a determinate fasi del ciclo mestruale, o saltuario, cioè apparentemente non legato al ciclo e anche comparire per esempio solo di notte. In tutte queste situazioni si tratta nella maggior parte dei casi di un inconveniente fastidioso ma del tutto naturale legato al normale andamento dei cicli dell’organismo.

L’infiammazione (mastite): più raramente e quasi esclusivamente nel periodo dell’allattamento un leggero indolenzimento associato a gonfiore ed arrossamento di una zona circoscritta del seno che si estende successivamente all’intera mammella può corrispondere ad una mastite, cioè un’infiammazione della mammella provocata da batteri. Questi si moltiplicano e si diffondono nel siero all’interno dei dotti galattofori (i canali attraverso cui esce il latte che sboccano sul capezzolo) .

E’ una situazione che può essere agevolmente riconosciuta e trattata dal medico di famiglia con una terapia antinfiammatoria e/o antibiotica.

La secrezione dal capezzolo: può accadere, anche al di fuori dei periodi di gravidanza e di allattamento, che compaiano delle secrezioni di liquido più o meno denso dal capezzolo. Il liquido che fuoriesce può essere di vario colorito, dal bianco al giallo al verde al bruno al rosso ematico e la secrezione può essere associata o meno a dolore; spesso sono perdite del tutto naturali e quindi prive di importanza ma sempre meritevoli comunque di un controllo medico per valutare l’opportunità di ulteriori accertamenti. Vanno considerate con particolare attenzione le secrezioni ematiche.

Il nodulo: al tatto si presentano come palline più o meno dure, di dimensioni variabili. Spesso è la stessa donna che li scopre e, dopo il dolore, rappresentano la causa più frequente di ricorso ad uno specialista. La mano della donna normalmente riesce ad avvertire solo quelli più grossi, del diametro di almeno 1-2 centimetri, mentre la mano del medico esperto riesce ad individuare anche quelli di misura inferiore. I nodi più piccoli comunque non possono essere sentiti con la sola palpazione ed è sempre necessaria un’ecografia per individuare la loro posizione e le loro dimensioni ed eventualmente eseguire anche la mammografia.

In ogni caso se si avverte un nodulo è indispensabile rivolgersi ad un medico perché anche se il più delle volte sono benigni è compito dello specialista accertarne la natura. Prenota oggi il tuo screening.

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